Fra tutte le chiese minori che si trovano nel nostro contesto cittadino, quella dedicata a S. Francesco d’Assisi, e meglio conosciuta come chiesa dei Cappuccini, dal nome dei frati che l’hanno accudita per un paio di secoli, è probabilmente la più prestigiosa sotto il profilo dell’interesse storico, artistico e religioso. Non solo. Ma è anche la più fortunata e privilegiata in quanto è la sola che da alcuni decenni dispone della presenza di un sacerdote che assicura lo svolgimento pressoché quotidiano delle rituali celebrazioni liturgiche. Il che ha contribuito a valorizzare e far conoscere sempre più questo luogo di culto che è diventato oggi centro pulsante di vita religiosa e punto di riferimento per gli abitanti del quartiere, ma anche per quanti amano il silenzio e la preghiera. È stato Francesco Gonzaga, considerato con il fratello S. Luigi tra i grandi della potente nobile famiglia che ha governato il feudo di Castiglione, a volere questa chiesa che egli ha fatto costruire a sue spese unitamente ad un attiguo e dignitoso convento.
I lavori sono iniziati nel 1608 e si sono conclusi nel giro di un paio d’anni. Tant’è che nel 1610 si registra la data dell’inaugurazione ufficiale. Quindi la chiesa, che il fondatore ha voluto fosse dedicata al santo omonimo di Assisi, è prossima a celebrare il quarto centenario della sua vita, contrassegnata da alterne vicende, da momenti di declino e di degrado ad altri di rinascita e di prosperità. Caratteristica la sua posizione topografica. È costruita, infatti, sulla sommità di un colle, che si raggiunge attraverso una breve ripida salita, pavimentata in acciottolato, con a fianco una scalinata, dotata di maniglia d’appoggio, per facilitare l’ascesa anche alle persone anziane. Di rigorosa francescana semplicità, lo stile architettonico del sacro edificio realizzato su progetto di Padre Francesco da Cornegliano, cappuccino, autore di altri importanti lavori presso la corte dei Gonzaga di Mantova. Infatti, è senza significativi elementi ornamentali la facciata che evidenzia un originale rosone semicircolare ed un mosaico di recente fattura con simboli e slogan francescani. Per purezza e sobrietà di linee architettoniche si caratterizza anche l’interno, ad una sola navata con volta a vela ed una cappella sul lato di sinistra. Entrando nella chiesa balzano subito all’occhio due splendidi e massicci altari lignei finemente e artisticamente lavorati, diversi per struttura stilistica, opere indubbie di valenti ebanisti del luogo.
L’altare del presbiterio, rialzato rispetto al piano della navata, fa da cornice ad una pala del 600 di autore ignoto in cui è raffigurato il santo d’Assisi, ritratto in piedi in atteggiamento benedicente con la mano destra e con la sinistra che tiene sottobraccio la regola. Il suo volto appare aristocratico e severo e c’è chi vuole che sotto quel volto si nasconda il ritratto dello stesso Francesco Gonzaga. Nella cappella a lato è situato il secondo magnifico altare, al centro del quale in una grande nicchia si trova un artistico reliquiario lavorato in argento sbalzato contenente l’immagine miracolosa della Madonna del Noce. Si tratta di una scultura lignea realizzata da “mano divina” che rappresenta la Vergine con in braccio il bambino Gesù.